Storia della Rivoluzione Francese dell’anno 1848. Tradotta in volgare italiano da Luigi Toccagni.
First Edition. Three volumes / Tre volumi (complete set). Milano, Per Borroni e Scotti, 1849. 12 cm x 18 cm. Volume 1: Antiporta, 257 pagine. Volume 2: Antiporta, 221 pagine. Volume 3: Antiporta, 217 pagine. Brossurato, legatura editoriale coeva verde, autore e titolo impressi sul dorso. Sulla copertina del primo volume sono impressi titolo, autore e un ritratto di Adolfo Thiers. L’antiporta del primo volume abbiamo il ritratto di A. De Lamartine. Sulla copertina del secondo volume sono impressi titolo, autore e un ritratto di Guizot. Sull’antiporta del secondo volume abbiamo il ritratto di Luigi Filippo D’Orleans. Sulla copertina del terzo volume e’ impresso titolo e autore senza alcuna immagine. Sull’antiporta del terzo volume abbiamo il ritratto di Eugenio Cavaignac. Condizioni accettabili, il libro presenta segni di usura dati dal tempo. La struttura e’ fragile ma maneggevole .
Alphonse Marie Louis de Prat de Lamartine, Knight of Pratz (Mâcon 21 October 1790 – Paris 28 February 1869), was a French writer, poet and politician who was instrumental in the foundation of the Second Republic and the continuation of the Tricolore as the flag of France. (Wikipedia)
Alphonse Marie Louis de Prat de Lamartine (Mâcon, 21 ottobre 1790 – Parigi, 28 febbraio 1869) è stato un poeta, scrittore, storico e politico francese.
Di famiglia legittimista, Lamartine si era lentamente avvicinato alle concezioni politiche liberali fino all’aperta polemica contro il governo reazionario del Polignac, salutando con soddisfazione la caduta di Carlo X con la Rivoluzione di Luglio del 1830 e la salita al trono del moderato liberale duca d’Orléans. Nel 1831 pubblicò Sur la politique rationnelle, indicando nei principi repubblicani di libertà, uguaglianza, fraternità uniti alla moralità di origine cristiana i fondamenti di ogni legittima azione politica, che rifiutavano sia l’uso dell’arbitrio autoritario dei governi che della violenza popolare.
Nell’opera, Lamartine analizza le vicende della Rivoluzione francese dal 1791 alla caduta di Robespierre nel luglio 1794. Per lui, la Rivoluzione francese rappresenta il movimento politico che realizza il principio cristiano di democrazia, fondato sulla legge, sulla ragione e sulla sovranità popolare. Egli ignora ogni tesi di lotta di classe fra aristocrazia e borghesia, già sostenuta da Thiers, Mignet, Thierry e lo stesso Guizot, rifacendosi piuttosto alle tesi di Philippe Buchez e Prosper-Charles Roux nella loro Histoire parlementaire della Révolution francaise, di Edgar Quinet e di Jules Michelet. Naturalmente, sostiene Lamartine, l’applicazione, da parte di esseri umani, di tali principi, non fu senza errori ed eccessi. Così condanna l’esecuzione di Luigi XVI, che pure giudica colpevole di tradimento, e il Terrore, non tanto per una condanna pregiudiziale di ogni violenza politica, ma perché ritiene che in quelle circostanze non fosse necessario e arriva a disegnare un ritratto di Robespierre, pur fra luci e ombre, sostanzialmente positivo, riconoscendogli un’alta ispirazione ideale nel suo tentativo di caratterizzare la Repubblica sui fondamenti di una democrazia avanzata. Non era un’interpretazione originale, perché già fatta propria dai teorici democratici e socialisti, ma ebbe grande diffusione, tanto per lo stile letterario e immaginoso che per aver trovato un’opinione pubblica scontenta del conservatorismo e della corruzione del governo Guizot. (Wikipedia)
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